Ortensia macrophylla è la superstar indiscussa tra le Hydrangea, l’ortensia per antonomasia, la più utilizzata e ricca per varietà e gamma di colori.
L’ortensia macrophylla rientra nel ristretto circolo di piante ‘storiche’, che appartengono di diritto alla nostra memoria collettiva. In particolare ci riferiamo L’Hydrangea macrophylla è infatti la più nazionalpopolare tra le ortensie, da tanti decenni ormai rischiara le bordure dei nostri giardini e gli androni dei nostri palazzi con i suoi globi allegri e colorati.
Foto: Flower Council of Holland
La New Wave
Eppure oggi sarebbe riduttivo relegare l’Hydrangea macrophylla al ruolo di “ortensia della nonna”. Negli ultimi anni i vivaisti di tutto il mondo hanno saputo rinnovare la macrophylla con decine di nuove e affascinanti cultivar che hanno ridato slancio al genere e aperto nuove possibilità a progettisti del verde e appassionati di giardinaggio. Ne citiamo alcune: la giapponese ‘Elegance’ dagli elegantissimi fiori doppi e la ‘Zebra’ (vedi foto a lato) con fiori bianchi e fusti neri, di uno splendore inusuale.
L’estate senza fine
E poi ci sono le ortensie rifiorenti della serie ‘Endless Summer’, piante capaci di produrre fiori anche dalle gemme laterali. In generale le ortensia macrophylla possono variare molto in altezza, tra gli 80 e i 200 cm, e come è noto preferiscono esposizioni a mezz’ombra, con sole diretto al mattino e ombra nel pomeriggio. Altro plus della specie, spesso in autunno foglie e fiori assumono tonalità calde che spaziano dal marrone al giallo.
Foto: foto: Priscilla du Preez on Unsplash
Crescere le ortensie in un terreno subacido e ben drenato sono le prime due condizioni da soddisfare se si vuole coltivare queste piante con successo.
La temuta clorosi ferrica
La macrophylla è una pianta decisamente sensibile al terreno di coltivazione e alle sue caratteristiche chimiche, dunque è bene ricordare che questa ortensia cresce meglio in terreni acidi e subacidi. Difatti, un ph compreso tra 4,5 e 6,5 consente all’ortensia di assimilare meglio i microelementi. Viceversa, terreni argillosi e calcarei possono determinare un ph troppo elevato del substrato con conseguenti problemi di clorosi ferrica che causa l’ingiallimento delle foglie. In tal caso niente panico: si può intervenire facilmente aggiungendo chelato o solfato di ferro alle innaffiature e avere comunque ortensie in perfetta forma. Scopri le altre specie del genere Hydrangea.
Foto: Hydrangea macrophylla Tivoli by Lefty Gardens